Due imprenditori, due proprietari di club sportivi fiorentini che militano ad alto livello e due personaggi che si sono venuti a scontrare, sia pur in modo diverso, con la burocrazia italiana per poter realizzare quello che era l'impianto dei loro sogni.

Da una parte c'è il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso. Appena arrivato dagli States ha messo ai primissimi posti della sua agenda la costruzione di un nuovo stadio di proprietà per la sua squadra calcistica. Dopo otto mesi di incontri, valutazioni, proposte, riunioni, vertici, tete a tete formali e informali non è riuscito ancora a prendere una decisione definitiva almeno sulla location sul quale edificarlo. In luogo ci sono i terreni ma non ci sono le strade, in un altro ci sono dei capannoni da abbattere e altre difficoltà, in un altro non c'è accordo coi proprietari. E se lo fa a Firenze scontenta qualcuno, se lo fa fuori Firenze rischia di scontentare qualcun altro e così via. Adesso in mano a Commisso e ai suoi consulenti ci sono le carte relative al bando dei terreni Mercafir, ma ancora non è detto che quella sia la soluzione giusta e finale.

Dall'altra parte invece troviamo il patron de Il Bisonte Firenze, Wanny Di Filippo. Qui, se vogliamo, la situazione è ancora più kafkiana. L'area dove costruire il nuovo palazzetto per la sua squadra che milita in Serie A1 di pallavolo c'è già. Progetti fatti, soldi, i suoi, messi a disposizione, prima pietra già posata mesi e mesi fa, ruspe già pronte ad entrare in azione. Solo che la burocrazia si è incartata, il processo non si è ancora completato e si stanno perdendo mesi inutilmente. Il palazzetto doveva essere pronto per l'inizio della prossima stagione pallavolistica, ma adesso si rischia un ulteriore slittamento a quella successiva, 2021/22 tanto per intendersi.

Questa è l'Italia signori nostri con i suoi pregi, qualcuno, e con i suoi molti, troppi, difetti.


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