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Vende, non vendo, vende, non vendo, vende, non vendo. Periodicamente si rianima lo sfoglio della margherita sulla cessione della Fiorentina, soprattutto quando l'atmosfera si fa pesante. E' successo, sta succedendo.

Il Brambati circostanziato

Finora le illazioni erano sempre state molto generiche. C'è chi sapeva dell'emiro di turno e chi di un fondo di investimento. Mai un nome e cognome, tanto meno una somma. Invece qualche giorno fa l'ex calciatore Massimo Brambati è stato molto circostanziato. Notizia raccolta a New York dalle sue orecchie, da una persona legata a Commisso, e cifra indicata: 300 milioni “fatto bene” come dice il salumiere che ti affetta il prosciutto.

La smentita

La smentita del presidente è arrivata a stretto giro di posta. In fondo Commisso ha solo ribadito quanto affermato in passato. Non ha alcuna intenzione di cedere la Fiorentina e, caso mai, sarà lui a decidere se, a chi e quando. 

Un fallimento inaccettabile

Inoltre cedere la società dopo sette anni di insuccessi o successi mancati per un soffio, ma mancati, significherebbe bollare con il termine “fallimento” la sua gestione. Inaccettabile per uno che, finora, era sempre stato indicato come un imprenditore di successo.

Nel calcio dove i presidenti mecenate hanno lasciato il posto a gruppi imprenditoriali (Pontello, Cecchi Gori, Della Valle, oggi Commisso) il sesto posto in classifica raggiunto dai viola lo scorso campionato, miglior piazzamento dell'era a stelle e strisce, risulta il peggior tra i migliori piazzamenti delle gestioni precedenti.

Ecco perché non mi convincono le presunte indiscrezioni sulla cessione del club. Purtroppo.


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