Nardella si avvicina alla linea di fondo, alza la palla e la lancia oltre la rete, verso la metà campo della Fiorentina e...per il momento finisce a terra senza nessuno che abbia voglia di raccoglierla e scaraventarla con forza di là.

Passateci la metafora pallavolistica, ma rende l'idea di quello che sta accadendo in questo momento. Certo, Nardella è in piena campagna elettorale ed ha deciso di rompere gli indugi soprattutto per questo motivo, anche perché i Della Valle sono vulnerabili, però è stato anche preciso e circostanziato nei suoi affondi. E allora? Allora sarebbe il caso che qualcuno all'interno della Fiorentina cominciasse a reagire. Mettesse le ginocchiere, tanto per restare ancora all'interno della metafora, si gettasse a terra e ritirasse su quel pallone.

Certo, per fare qualcosa del genere bisognerebbe anche avere le armi e i fondamentali per controbattere. Tradotto: effettiva voglia di arrivare in fondo alla questione. Basta proclami, basta illusioni, sì a progetti definitivi, dati, cifre e magari anche qualche bella partnership da annunciare com'era stato detto a suo tempo. Altrimenti tutto resta aleatorio e non si fa il benché minimo passo avanti.

Oppure ad un colpo di bazooka si può anche rispondere con l'artiglieria pesante; se veramente la Fiorentina ritiene che non vi siano le condizioni per una buona riuscita del piano, per colpe da ascrivere al Comune, si può lo stesso rispondere, cercando di far valere le proprie ragioni. Ma da un punto non si può prescindere: la rottura del silenzio. Altrimenti qualcuno potrebbe fare l'associazione silenzio uguale disinteresse.

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