Mentre in Coppa Italia le cose sono andate in un certo modo (vale a dire bene) in campionato non si può dire la stessa cosa. Il problema principale della Fiorentina è sempre stato lo stesso: ogni maledetta volta la squadra di Pioli è stata chiamata a fare il benedetto salto di qualità ha praticamente sempre fallito l'occasione. I punti buttati via dai gigliati sono ormai tanti e la partita di Udine, purtroppo, non ha cambiato la sostanza della situazione.

Dall'inizio dell'anno sentiamo tirare in ballo la giovane età media della squadra, ma questo è un ritornello stancante, un disco rotto che facciamo fatica a sentire ancora. Purtroppo c'è una concatenazione di cause, strutturali (di costruzione della compagine) e particolari (legate alla singola partita) che impediscono di fare il volo. Per carità, tempo ce n'è ancora e la distanza dalle posizioni che contano è quella che è. Ma è anche vero che questi sono concetti che vengono ripetuti ogni fine settimana e a forza di ridirli vediamo i giorni scorrere inesorabili senza che la situazione cambi.

La svolta la possono e la devono dare gli interpreti perché questa è ormai la Fiorentina e nessuno può intervenire più. Pioli deve strigliare i suoi, deve convincerli a dare di più e deve ridurre al minimo i problemi presenti all'interno della compagine. Pena, l'esclusione dalle coppe per il terzo anno di fila (discorso Coppa Italia a parte).


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