Clima da resa dei conti, ma se salta tutto chi li sceglie i successori?

Tanto tuonò che alla fine piovve e potrebbe anche grandinare, perfino arrivare all'uragano metaforico forse stavolta: perché ai durissimi striscioni e comunicati di maggio, ne ha fatto seguito un altro pesante ieri, sempre contro il ds della Fiorentina, Daniele Pradè. Ma stavolta con l'ultima chiamata all'azione per il presidente Commisso. “E' l'ultima volta che chiediamo con questi toni l'allontanamento di Pradè”, lasciando intendere una potenziale escalation.
Una dinamica non propria dello sport professionistico
La posizione nei confronti anche della presidenza non è mai stata così severa e rigida ma d'altronde le dinamiche denunciate vanno avanti da sette anni ed è anche normale che il nodo prima o poi arrivi al pettine. Il fatto è che la Fiorentina di oggi è Commisso, ormai da mesi silente e lontano da Firenze, Pradè e Ferrari, poi poco altro. Il patron ha sempre preferito amici o collaboratori d'infanzia, promuovendo i già presenti, trapassati dalla gestione precedente, in ruoli nuovi e inadeguati. Una dinamica chiaramente non propria dello sport professionistico ma che al presidente è sempre andata a genio, premiata da risultati presunti e raggiunti, almeno parzialmente.
Un clima da resa dei conti
Il clima è quello della resa dei conti, a prescindere dalla fase solo iniziale della stagione perché non si può trattare ogni singola stagione come un compartimento stagno, priva di storico e precedenti. E se dovesse davvero saltare tutto, con dimissioni di allenatore o ds, poi ci sarebbe la vera, cruciale, questione: chi sceglierebbe i sostituti? Chi già in questi anni ha portato avanti una gestione definibile per pietà come “naif” della Fiorentina?