Quattro vittorie consecutive. Uno score che non si era mai visto questa stagione e che ha riacceso il gioco di una squadra che adesso appare più in sintonia. Il successo sulla depressa Sampdoria non ha certo il sapore di una svolta, ma riporta il buonumore anche a una classifica che ancora non fa fare salti di gioia. Pazienza, quest'anno il raggiungimento dei primi sette posti è pressoché impossibile.

Vincere, però, aiuta a vincere e i tre successi di fila in trasferta sono di buon auspicio per una formazione che da quando Italiano siede in panchina ha sempre faticato lontano dalle mura amiche. Mercoledì ancora un'altra gara, forse la più complicata dell'ultimo periodo, contro una squadra che presenta una tecnica offensiva pure discreta. Intanto alcuni buoni segnali sono emersi, grazie alla qualità di sempreverdi come Bonaventura e al ritorno alla "testa da corner" di Milenkovic.

A Genova, così come a Spezia, tre punti guadagnati col sudore, lasciando da parte l'ossessione per il dominio palla. Sì, si può vincere anche giocando "sporco" e verticalizzando in velocità: Dodò e Ikonè ne sono la prova. E se la difesa - per nulla impegnata - regge gli urti in ben due partite consecutive, allora si può esagerare un bel "Bravo!" alla squadra. Una Fiorentina (di Italiano) leggermente diversa, più cinica e meno vanitosa, più concreta e meno dispersiva. Attaccata più al risultato e meno all'effetto. Timidi passettini in avanti, anche in classifica.

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