Vanoli: "Dobbiamo toglierci la paura di dosso e pensare alla salvezza col coltello tra i denti. I tifosi sono anche troppo buoni con noi, oggi sembrava di giocare in casa"

Continua l'intervento di Paolo Vanoli che, dalla sala stampa del Mapei Stadium, ha commentato la prestazione dei suoi al termine di Sassuolo-Fiorentina. Queste le sue parole.
Il commento di Vanoli
“Non mi posso inventare chissà cosa, penso sia giusto continuare a dare delle garanzie sotto questo punto di vista. Il problema oggi è togliersi questi alibi e queste paure addosso: ma paura di cosa? Se avessi paura non avrei accettato la panchina. Questa però è la nostra situazione e oggi penso che la cosa più importante sia solo chiedere scusa ai tifosi e iniziare a essere uomini. Iniziamo a fare bene, con entusiasmo, ciò che chiede il mister, e poi vediamo se cambiare anche modulo. L'ho dimostrato nella mia carriera di non essere granitico, non faccio l'allenatore per fare contento chi mi dice come schierarmi: guardo ciò che ho in mano e posso solo pensare che il modulo sia un alibi. Su calcio d'angolo prendi gol mica per colpa della difesa a 3. Ieri sera fino alle 4 di notte mi sono andato a vedere le partite di Gudmundsson in Nazionale dove giocava da esterno alto: sempre stato tolto al 45'. C'è da pensare alla salvezza col coltello tra i denti, ma quale ruolo e ruolo".
"L'anno scorso c'era uno come Bove, come Cataldi, ragazzi che venivano da piazze importanti: non vorrete mica dirmi che la squadra è quella dell'anno scorso. Credo che i miei ragazzi ce la possano fare, comunque, ma adesso non c'è più mezza scusa che tenga. I tifosi son stati tanto bravi con noi, compreso stasera, e sembrava di giocare in casa stasera: quando giocavo e sentivo questa spinta la fascia la facevo a 100 all'ora, mi dovevano sostituire per sfinimento. Abbiamo toccato il fondo, basta chiacchiere, dobbiamo crescere tutti. Un campione come Moise deve fare il campione: un passo indietro e aiutarci a vicenda”.



