Commisso ci ha detto, credo per la prima volta, che le responsabilità degli investimenti sbagliati dalla Fiorentina sono tutte sue. Poi ha puntato il dito contro i soliti noti (ormai ci siamo abituati), dando i voti (2) ai giornalisti che non gli piacciono, offeso per il coro (ma dovrebbero essere contenti?) della Fiesole, la cui unica ‘colpa’ forse può essere soltanto quella di aver incitato la squadra fino all’ultimo secondo di gioco. Però al tempo stesso ci ha fatto capire che la sua dirigenza non si tocca, che il suo allenatore non deve essere criticato, che la squadra è comunque forte.

Rocco non è un uomo di calcio, ma uno a cui il calcio piace. E da uomo ricco, anzi ricchissimo, ha deciso di comprarsi una squadra: la Fiorentina. Uno sfizio. Ma davvero sappiamo e conosciamo le ragioni per le quali Commisso è arrivato in Italia acquistando la nostra amata Viola? Chi scrive personalmente no. E quindi rimane difficile capire dove voglia e dove può arrivare, i progetti futuri, cosa potrà o cosa non potrà accadere.

Noi ci limitiamo a guardare al campo, ai risultati sportivi, fino ad oggi davvero deludenti. Agli acquisti sbagliati (tanti) e agli acquisti azzeccati (pochi), ai soldi spesi (tanti) e all’appeal creato (poco). Immaginiamo che Commisso non sia così 'aziendalista' in privato, pensiamo che si faccia sentire eccome dentro le quattro mura. Ma fuori difende tutti, mettendoci la faccia, forse non capendo che il ‘giocattolo’ calcio in Italia funziona in modo leggermente diverso.

A noi di Rocco piace tanto la sua presenza a Firenze, l’amore che ci mette, e il tempo che dedica alla squadra. Ma in fondo ci piaceva anche il suo investimento, la sua gioia iniziale. Non siamo qui a difendere la categoria, a quella ci ‘pensa’ l’ordine dei giornalisti (con risultati per adesso poco esaltanti) che forse prima dovrebbe fare qualcosa di concreto per dissociarsi dagli stipendi miserabili che prendono tanti colleghi, accusati talvolta anche di essere in malafede. E non siamo nemmeno a dire o a scrivere che i giornalisti sono intoccabili. Ognuno di noi decide cosa fare, come guardarsi allo specchio. Commisso ne ha trovati alcuni molto critici, altri invece molto compiacenti. Dica anche questo. E i secondi non sono migliori dei primi.

Non siamo nemmeno qui a dire che Firenze deve vincere uno scudetto, o andare in Champions. Il livello della città, il livello imprenditoriale, il livello del nostro bacino d’utenza rispecchia bene o male l’attuale posizione di classifica. Siamo invece a parlare di calcio, a guardare l’evidenza. Evidenza che si può commentare, non negare. In questi quattro anni il calcio è stato fatto molto meglio da altre parti e con meno soldi. La gente si è nuovamente allontanata, i migliori rimangono il giusto e appena possono se ne vanno, l’ambizione si è arenata.

Ecco Rocco, da te ci saremmo aspettati di più. Magari è nostro l’errore. E, crediamo, che anche tu ti saresti immaginato scenari migliori. Si parla, da mesi, soltanto di soldi, di critiche, di accuse. Il pallone non rotola più. Lo sport, il calcio, lo fanno i calciatori, i dirigenti, i presidenti, i proprietari. Che in fondo sono coloro che, giustamente, scelgono con chi lavorare. Evidentemente va bene così. Avremmo voglia di ricrederci, ma temiamo che non andrà così: più critiche arriveranno e più difenderai la tua ‘squadra’. Speriamo soltanto tu abbia scelto davvero persone giuste. Il campo, purtroppo, non ti sta dando ragione. Al di là dei due in pagella, perché non provare a cambiare le cose? 


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