E' stata la partita che ci si aspettava. Udinese asserragliata in difesa, con due linee di giocatori quasi sempre dietro la linea della palla. Scene da tragedia ad ogni fallo subito, interventi irregolari ogni qual volta la squadra di Montella provava a ripartire. Un tipo di partita che, nella sua storia più recente, la Fiorentina ha perso una quantità innumerevole di volte. Ieri pomeriggio invece il copione è cambiato all'improvviso, proprio quando le speranze cominciavano a scemare. E come poterla sbloccare se non con un calcio piazzato? Magistrale il corner battuto da Pulgar, che i piedi buoni ce li ha anche se a volte se ne dimentica, e imperioso lo stacco di Milenkovic. Il serbo dimostra di essere in vena di gol quest'anno, e se ci aggiungiamo anche Pezzella (un timbro personale e tante occasioni sbagliate finora) l'impressione è che la Fiorentina sia tornata a far paura in fase offensiva con i suoi difensori. Brava poi la squadra viola a non subire gol, cosa che a differenza delle ultime partite sarebbe stata drammatica. Già, perché un gol dell'Udinese avrebbe significato pareggio e soprattutto possibilità praticamente nulle di poter tornare avanti, visti i pochi minuti rimasti e il fortino che i friulani avrebbero costruito. Considerazioni ipotetiche, comunque, perché a togliere ogni paura ci ha pensato Dragowski mettendo la manona su Lasagna e compiendo una parata decisiva. E non è la prima, annotiamocelo. Insomma, negli scorsi giorni si era parlato di prova di maturità. Di sicuro, l'Udinese rappresentava uno di quegli esami universitari che riprovi all'infinito senza mai riuscire a passarli. Stavolta la Fiorentina ce l'ha fatta e, senza dubbio, non con un 18 risicato.


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