Non c'è dubbio alcuno che l'attacco più pesante, il direttore sportivo della Fiorentina, Daniele Pradè, lo abbia riservato a Chiesa. O per meglio dire ad Enrico Chiesa, padre e procuratore del calciatore che ha appena lasciato il club viola per andarsene alla Juventus.

I passaggi in questione sono chiari: "L’operazione della sua cessione è stata vantaggiosa perché era un amore non corrisposto. L’unico input era quello di vendere a cifre congrue (60 milioni di euro, ndr) col rinnovo alle condizioni di Commisso per tre anni. Abbiamo provato a trattenerlo fino all’ultimo, certo. Se c’è un cinque per cento ci provi ma dall’altra parte non c’era neanche questa percentuale. Siamo arrivati all’ultimo istante perché dovevamo prima rinnovare e trovare le giuste modalità di pagamento. Ci siamo tolti un peso: era diventata una telenovela. Non c’erano i presupposti per tenerlo soprattutto perché il padre ci ha sempre considerati un veicolo per arrivare ad altre situazioni".

Il bello, o il brutto se vogliamo, è che Enrico era un personaggio comunque legato a Firenze e alla Fiorentina, per aver giocato nel club viola e per aver scelto questa città per vivere.


💬 Commenti