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C'è una certa differenza tra le valutazioni che erano state fatte a fine mercato e quelle di ora, con argomento la Fiorentina: inevitabile ricordare come allora si sognasse uno scenario quantomeno di grande crescita, immerso nell'entusiasmo della nuova proprietà e accompagnato dal bel numero  di giovani prodotti proprio del vivaio viola. E invece dopo tre mesi di campionato sembra quasi di essere tornati alla Fiorentina amebica del finale della passata stagione, con ben poco entusiasmo e prospettive piuttosto buie, in attesa almeno delle prossime sessioni di mercato.

Le ragioni di un ribaltamento così verticale si possono riassumere in tre punti essenziali, che di fatto avrebbero potuto cambiare grossolanamente il destino del gruppo di Montella: parliamo di Badelj, Chiesa e Pedro. Il croato è lontanissimo parente di quello che guidava la squadra viola fino al 2018 (prima di diventare vice campione del Mondo), il figlio d'arte è avvolto dalle ben note turbe psico-fisiche che di fatto lo hanno tolto di scena e Pedro... è semplicemente scomparso in un alone di mistero. Un bel problema per chi aveva pensato di affidarsi all'us(ur)ato sicuro in regia, ad uno dei più grossi talenti italiani sull'esterno e a un bomber che faceva gola al Real davanti: averli o non averli fa una differenza enorme, in grado di capovolgere i pur attendibili giudizi di inizio settembre. E con essi anche la stagione della Fiorentina.

 


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