Attraverso un editoriale su La Repubblica, il giornalista Stefano Cappellini ha analizzato così la situazione analoga al tecnico della Fiorentina alla terza partita sulla panchina viola: "Lasciamo lavorare il buon Beppe. Tre partite, due vittorie e una sfumata a 30 secondi dalla fine. Il gioco? Va e viene, e sicuramente tornerà ad andare: la vittoria con l’Atalanta non fa di questo gruppo uno squadrone. I limiti restano e resteranno anche a mercato chiuso. Ma intanto c’è orgoglio e c’è, soprattutto, più semplicità. I giocatori messi al posto loro, o dove è più utile metterli. Un calcio essenziale, proprio quello che questi interpreti possono recitare al meglio. E occhio, questa squadra continuerà a fare meglio con le grandi, quando non ha la responsabilità di tenere il pallino e fare risultato. Per questo, fossi Gattuso, mi preoccuperei. Poi magari il Napoli ci asfalterà, ma ci sono tutte le condizioni per andare a fare una gran partita anche al San Paolo. Ma prima, un piccolo breviario per non fare danni ora che le cose si sono un po’ aggiustate. Punto primo, guai ad aprire il tormentone sul contratto di Iachini. È ovvio che tutti abbiamo pensato la stessa cosa all’inizio: ha un contratto di 18 mesi ma andrà via a fine stagione. Bene, sospendiamo le riflessioni. Non lasciamo che il buon feeling che il mister ha trovato con i giocatori sia presto inquinato dalle voci sulla sua permanenza o meno. Punto secondo, non guardare la classifica. Ora che abbiamo messo un po’ di punti tra noi e l’inferno, meglio sospendere le consultazioni".

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