Pioli e il modulo che verrà. Quale sarà l'abito tattico indossato dalla nuova Fiorentina?

Il Tirreno ripercorre la storia personale di Stefano Pioli dal punto di vista tattico modulare. Per i sostenitori del 4-3-3 c’è un precedente importante ed è la Fiorentina 2017-18, la prima del biennio targato Pioli. L’undici gigliato era stato impostato e pensato secondo i dettami del 4-2-3-1, ma quella squadra, uscita dal “tiki taka” di Paulo Sousa, aveva bisogno di diversa concretezza e profondità. Da questa esigenza nacque la “Fiorentina verticale”, per utilizzare il termine coniato al tempo. Meno uscite dal basso, verticalizzazione costante, più conclusioni verso la porta avversaria. Potrebbe essere una suggestione interessante considerando anche la batteria di attaccanti a disposizione.
4-3-3 o 3-5-2?
Il tridente Gudmundsson, Kean e Dzeko fa sognare i tifosi e anche i diretti interessati hanno speso qualche battuta in merito. L’evoluzione al 4-3-3 “verticale” in linea teorica, lo consentirebbe, anche se la soluzione più logica rimane quella a due punte, con una soluzione d’assalto con Kean e Dzeko, e una più tecnica e di movimento con Kean e Gud.
Tale considerazione può avvicinare al 3-5-2 come idea di partenza. De Gea in porta, linea a tre con Pablo Marì al centro, Ranieri e Comuzzo ai lati, centrocampo sempre a tre con gli inamovibili Fagioli-Mandragora e la novità Fazzini, Gosens e Dodò esterni di provata efficacia nel campionato italiano, Dzeko o Gudmunsson a fianco di Kean. Si, è una Fiorentina che potrebbe risultare convincente da subito, senza passare da esperimenti e aggiustamenti.