Dov’è finito il vero Castrovilli? Ormai da tempo sono tanti coloro che se lo chiedono, con gli occhi sulle prestazioni di quest’anno e la mente a quelle giocate piene di classe e talento dello scorso campionato. E’ innegabile che, salvo alcuni lampi come l'assist di Genova, il centrocampista della Fiorentina non abbia vissuto finora una stagione all’altezza delle aspettative.

E’ importante però fare un ragionamento più ampio, che comprenda anche l’età e la storia di Castrovilli. Un ragazzo che è venuto alla ribalta solo l’anno scorso, dimostrando subito di poter fare grandi cose. L’errore più grave che si potrebbe fare, allora, è trasformare questo suo merito in un’arma che si ritorce contro di lui. Era facilmente pronosticabile che, dopo alcuni mesi al top, un classe 1997 potesse avere un’involuzione, soprattutto se l’intera squadra è in difficoltà.

Quanto alla scelta, da molti a posteriori criticata, di dare il numero 10 a Castrovilli il discorso è ancora diverso. E’ ormai noto come negli ultimi anni quel numero glorioso sia stato indossato da giocatori che tutto hanno fatto tranne che onorarlo. Non solo con le prestazioni scadenti, ma anche con l’atteggiamento di chi non ha la minima idea di cosa significhi vestire la maglia viola. Santiago Silva, Olivera, Pjaça, Boateng sono solo alcuni esempi, ma neanche lontanamente paragonabili a Castrovilli.

Questo perché l’attuale numero 10 della Fiorentina conosce bene il valore dei colori e del numero che indossa. Può non essere riuscito a dimostrarlo sul campo, ma la mentalità è quella giusta benché ancora da migliorare vista anche la giovane età. Ma sarebbe un errore paragonare Castrovilli a tutti quei flop che ci sono stati prima di lui, così come metterlo in discussione dopo un’unica stagione sottotono. Il ragazzo, al contrario, sarà pedina fondamentale della nuova Fiorentina che Commisso vuole costruire. Bisogna solo, semplicemente, dargli il tempo di dimostrarlo.


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