“Spesi 90 milioni senza alzare il livello, centrocampo da definire: i problemi della Fiorentina vanno oltre l'allenatore. Pioli ha meno margine di manovra di Palladino”

Il noto sito di approfondimento calcistico ‘L’Ultimo Uomo’, ha analizzato l’inizio di stagione della Fiorentina, andando a osservare una serie di dinamiche e caratteristiche della squadra di Pioli in un articolo intitolato “I problemi della Fiorentina vanno oltre Pioli”.
“La Fiorentina è la grande delusione di questo primo mese di campionato: la squadra di Pioli non è riuscita a portare a casa neanche una vittoria, malgrado un calendario non particolarmente impegnativo, al di là delle sfide casalinghe con Napoli e Roma. Più dei risultati però preoccupano le prestazioni, che segnano una sinistra continuità con l’ultima Fiorentina di Palladino, comunque riuscito a condurre la squadra fino al sesto posto, il miglior piazzamento dal 2016. Dopo le dimissioni del tecnico campano Pradè ha scelto Stefano Pioli ma nonostante il cambio di guida tecnica, la squadra presenta gli stessi problemi nella gestione palla e nell’andare a contrastare l’avversario in zone medio-alte”.
‘È paradossale, ma con 90 milioni non si è alzato il livello’
“Prima di parlare dei problemi incontrati da Stefano Pioli bisognerebbe però partire dai limiti della rosa a sua disposizione. Paradossale affermarlo dopo un mercato da 90 milioni di euro solo in cartellini nell'acquisto di nuovi giocatori, che però non ha alzato in maniera significativa il livello dell’undici titolare, né ampliato lo spettro delle caratteristiche della squadra. Non avendo più in organico ali o mezze punte al di fuori di Gudmundsson, Pradè pare aver puntato sul 3-5-2 proposto da Palladino da marzo in poi. Un modulo che sembrava in realtà un compromesso al ribasso per restituire stabilità alla fase difensiva. La Fiorentina 2025/26 si trascina le stesse difficoltà nel far progredire l’azione. Manca della qualità necessaria per ordinare il possesso anche in zone più alte di campo, e vive sulle folate dei suoi giocatori migliori, Dodô e Kean, che per caratteristiche rendono la fase offensiva molto diretta. Nessuno dei difensori centrali ha particolare confidenza con la palla, né come passatore né per proporsi nella metà campo avversaria”.
“Con la coppia di mediani Mandragora-Nicolussi Caviglia la Fiorentina fatica a ottenere un’uscita del pallone pulita. All’avversaria di turno basta schermare il centro e orientare il pressing su un difensore, di solito Ranieri, che viene costretto a liberarsi della palla con un lancio lungo. Se Ranieri non la lancia, si appoggia a Gosens, ma a quel punto la viola è dentro a un cul de sac. Col passare delle giornate i difensori stanno tornando a coinvolgere De Gea, forse anche troppo. Il portiere, una volta ricevuto lo scarico, chiama la salita della squadra e rinvia. La Fiorentina non sembra avere né i palleggiatori né la pazienza di resistere alla pressione, anche perché la tentazione di lanciare subito sulla punta è sempre invitante. D'altra parte, Moise Kean viene da una stagione in cui si è imposto come uno straordinario target man, capace non solo di dominare i duelli individuali ma di prendere distanza dai difensori, aprirsi lo spazio per la corsa e arrivare al tiro quasi da solo”.
‘Un centrocampo da definire, Ndour e Sohm impacciati’
“(…) La conformazione del centrocampo è ancora da definire, fatto di giocatori difficili da associare tra loro, nessuno davvero bravo nella gestione e nella conservazione del possesso negli ultimi due terzi di campo. Forse l’unico è Fagioli, la cui esperienza a Firenze si sta rivelando però intermittente. Non aiuta non aver ancora trovato un ruolo definito. Ndour e Sohm sembrano impacciati e l’unico che ha portato un po’ di dinamismo e qualche traccia interessante senza palla è Fazzini, che però finora si è dimostrato poco incisivo. L’islandese continua a essere poco presente dentro le partite, magari perché è più un tiratore che non un play offensivo”.
“Pioli si è distinto negli anni per mettere in campo formazioni che cercano di saltare il centrocampo e “andare dritto”, senza consolidare il possesso o ricercare un attacco più posizionale (ad eccezione del biennio 2020-22 al Milan). E dunque i difetti individuali dei giocatori sembrano sclerotizzati anche dalle idee del tecnico. Pioli però nei dopo gara si è lamentato della frenesia dei suoi uomini. Nella prima parte di stagione Palladino aveva cucito sulle letture (con e senza palla) di Adli, Cataldi e Bove una fase di possesso a tratti molto brillante. Oggi nessuno dei tre centrocampisti fa più parte della rosa e Pioli ha a disposizione un parco giocatori meno creativo e meno preposto a controllare la palla (tra l’altro la "Viola" è tredicesima in campionato per percentuale di passaggi completati, solo il 78,9%), che oltretutto sta difendendo peggio. L’ex tecnico del Milan, come ormai quasi tutte le formazioni di Serie A, sull’inizio azione avversario si difende con un forte orientamento sull’uomo, ma questa squadra non pare avere né l’intensità né la reattività necessaria nelle uscite in avanti”.
‘Quali margini di crescita ha la Fiorentina?’
“Dopo 3 pareggi e 3 sconfitte, la Fiorentina è chiamata a fare risultato per allontanarsi innanzitutto dal fondo della classifica e ritrovare un po’ di serenità. Il problema è che la squadra viola di Pioli elle prossime giornate affronterà Inter e Milan, a Milano per di più, oltre al Bologna dell’ex Italiano al Franchi. Nel mezzo ci sarebbe la trasferta a Vienna in Conference League, dove i toscani hanno vinto tutte e tre le gare giocate tra preliminari e fase a gironi. Per l’allenatore emiliano è già un momento decisivo, innanzitutto per la sua permanenza in panchina. Un anno fa Palladino uscì da una situazione delicata inventandosi nel secondo tempo con la Lazio un 4-4-1-1 asimmetrico con Colpani, Cataldi, Adli e Bove a centrocampo. Pioli però oggi ha molto meno margine di manovra del suo predecessore: contro il Torino aveva optato per un 3-4-1-2 che si è rivelato poco sostenibile, col Como pur di abbandonare la difesa a tre, ha proposto un 4-4-2 senza esterni alti di ruolo (Fazzini a sinistra e Lamptey a destra). Un esperimento durato una ventina di minuti, visto che il grave infortunio all’inglese ha privato l’ex allenatore del Milan di uno dei pochi elementi di gamba in rosa. La grande domanda rimane sempre la stessa: che margini di crescita ha questa Fiorentina?”.