La trattativa tra la Fiorentina e Luka Jovic procede a gonfie vele. Dalla parte del giocatore ci sono molti indizi (social) che fanno una prova: il serbo gradisce la destinazione Firenze. La società è al lavoro col Real Madrid per trovare la quadra soprattutto sulla formula del trasferimento, vero nodo da sciogliere prima di mandare in porto l'affare. Se Jovic prende volentieri il posto da titolare nell'attacco viola, c'è qualcuno invece che potrebbe storcere la bocca. Arthur Cabral è in pericolo, o meglio, il suo ruolo all'interno della squadra potrebbe essere decisamente messo in discussione.

A differenza di giocatori come Cavani o Suarez, con Jovic non si tratterebbe di un trentenne. Né di uno con un'esperienza tale da poter fare da "chioccia" a Cabral. L'arrivo del connazionale di Vlahovic, infatti, significherebbe non puntare su un prospetto, tra l'altro, pagato non poco. Ciò che servirebbe di più all'attacco della Fiorentina è un centravanti in grado di aiutare Cabral, non di rubargli il posto. Soprattutto se si tratta -e in ogni caso con Jovic sarà così- di un giocatore preso in prestito. Davvero sono bastati sei mesi scarsi per far cambiare idea alla dirigenza sull'erede di Vlahovic? Forse non sarebbe meglio (come lo sarebbe stato con Berardi?) individuare una specie di mentore per un ragazzo che deve imparare a muoversi nel campionato italiano? Oppure la scelta del centravanti del Basilea fu soltanto una di quelle che tocca fare quando si deve tappare -temporaneamente- un buco?


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