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Gosens Fiorentina
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Essere giocatore di calcio vuol dire fare uno dei mestieri più belli e più ambiti al mondo, significa indossare i panni di privilegiato e alimentare sogni, speranze, obiettivi degli appassionati e del proprio spogliatoio. Essere giocatore di calcio vuol dire questo e molto di più, in base alla modalità di approccio al proprio mestiere. Perché chi va in campo, ricordiamo un concetto tanto scontato quanto dimenticato, è una persona come tutte le altre. Ed è la persona, che conta. Ogni personaggio pubblico (tutti i calciatori lo sono) può decidere per sé, su come gestire il proprio carattere agli occhi di chi lo segue. In un mondo sempre più riservato e distaccato dalla realtà, è rincuorante constatare che c'è ancora chi non si pone questi paletti, chi vive di passione nel fare il proprio lavoro e chi veste i panni di trascinatore per natura. Robin Gosens è questo. E molto di più.

Conoscere Gosens, una bellissima scoperta per Firenze

La Fiorentina ha fatto pieno affidamento su di lui, fin dal suo arrivo, che ha comportato alte aspettative conoscendo le altissime qualità del calciatore. Ebbene, Firenze avrebbe ancora dovuto conoscere tutte quelle peculiarità caratteriali, molto umane, che il tedesco possiede. Forse è proprio questo ad aver fatto la differenza. La sua è una testimonianza sincera, genuina, diretta. Come nella conferenza stampa pre Betis-Fiorentina: “Sono così un po' da sempre, ho una grande mentalità e provo a metterla in campo. Non sarò quello più tecnico o quello dai grandi numeri, ma ho sempre voluto trasmettere disciplina e voglia di vincere per arrivare in alto. Sto provando a mettermi in gioco anche in questo spogliatoio, sono grato che i ragazzi e i tifosi me lo riconoscano”.

Vivere con e per la propria passione

Non è mai arroganza, è consapevolezza. Non è mai sfrontatezza, è una rarissima unità d'intenti insita. Non è mai presunzione, è totale dedizione nelle proprie cause, come il suo impegno per il sociale nell'attenzione all'importanza del benessere psicologico più volte richiamata. Il tutto accompagnato da una puntualità e una lucidità invidiabili. Questo rende Gosens un calciatore unico nel suo genere, che Firenze da troppo tempo aspettava e che forse mai ha vissuto. Una persona vera e appassionata, merce sempre più rara.

Un peso che non cambia guardando al campo

Che poi, se vogliamo dirla tutta e parlare anche di campo, ha un peso specifico spropositato anche sul rettangolo verde. Più volte, con gol e assist, ha trovato l'escamotage per far emergere la Fiorentina in situazioni complicate ed equilibrate: si pensi ai gol della vittoria a Genova e contro il Lecce, alla rete del vantaggio contro la Juventus, agli assist per Adli contro la Lazio e contro il Milan. Ultimo, non per importanza, il primo controllo in velocità seguito da un cutback precisissimo in favore di Ranieri: un assist e un gol che tengono aperto il discorso qualificazione contro il Betis, in semifinale di Conference.

Fermare al campo la comprensione sul perché Robin Gosens sia così importante, però, sarebbe estremamente riduttivo. Riguardando proprio i momenti più difficili della stagione viola, lui c'è sempre stato. Senza mai perdere la rotta, indirizzando collettivo, staff e ambiente nella direzione giusta, mai rinunciando a un potenziale miglioramento della situazione. Inevitabile, in queste condizioni, assumere i panni della figura di riferimento in spogliatoio. Per un grande protagonista della stagione della Fiorentina, un calciatore e soprattutto un uomo senza il quale sarebbe impossibile parlare di gruppo e sarebbe molto difficile crederci. E invece si può.

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