La (brutta) notizia era nell’aria e nelle ultime ore è venuta a galla: la Fiorentina non potrà giocare al ‘Franchi’ per ben due stagioni. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha portato la nota grave a tutti i tifosi viola e non solo. Nelle stagioni 2024/25 e 2025/26, il club gigliato dovrà cambiare casa per permettere il restyling dell’impianto finanziato dal PNRR. Potrebbe trattarsi del più importante danno apportato agli appassionati di Viola degli ultimi tempi, che saranno costretti a fare sforzi notevoli per continuare a seguire i propri beniamini dal vivo.

E pensare – ma questo ovviamente era già noto alla vigilia dell’annuncio di Nardella – che tutta questa situazione si sarebbe potuta evitare con la concessione a Commisso dei permessi per costruire un nuovo stadio. D’altro canto, però, ormai è inutile piangere sul latte versato. Ha invece più senso interrogarsi sulle conseguenze che il rifacimento dello stadio di Firenze apporterà a tutto il suo intorno.

Le ipotesi di trasferimento sono già apparse, da quelle “quasi casalinghe” come Empoli, alle fuori regione, da Perugia fino all’Emilia, Reggio o Modena, per non parlare della più capiente Bologna. Una soluzione artigianale, comunque, per permettere il maggior afflusso di tifosi, potrebbe essere quella di disputare il campionato al ‘Castellani’ e giocare le (possibili) gare europee nella struttura del Sassuolo (che già possiede l’omologazione). Resterebbe tuttavia il problema, per la stragrande maggioranza dei tifosi che viene da Firenze, di spostarsi ogni volta fuori regione, con difficoltà non trascurabili relative alla logistica, ma ancor di più alle finanze dei tifosi.

Ma la ciliegina sull’amara torta è rappresentata da quelle persone che OGNI volta vanno allo stadio per seguire la Fiorentina. In tutta questa incertezza sul futuro, viene da chiedersi: “Ma agli abbonati chi ci pensa?”. In quanti, dei più dei 20mila di questa stagione, potranno permettersi di “andare in trasferta” (perché di ciò si tratterà) ogni domenica? Per non parlare del fatto che ormai la Serie A è diventata uno spezzatino e moltissime gare vengono disputate ad orari decisamente lavorativi. È chiaro, allora, che quando è stata presa la decisione di tenere lontana la Fiorentina dal proprio stadio non sia stato dato minimante peso a questi soggetti. Coloro che, in teoria, dovrebbero essere anche i più affezionati e vicini alla Viola. Gli stessi, la cui assenza, potrebbe pesare come un macigno sulle sorti della propria squadra.

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