Partito titolare dopo l’ultima volta in estate, Riccardo Sottil ha deluso le aspettative contro lo Spezia. La sua gara, durata un’ora di gioco esatta, non ha avuto né lampi né sgasate micidiali delle sue. Anzi, è stato spesso annullato dalla non certo irreprensibile retroguardia di Semplici. Un peccato, sicuramente, per un ragazzo che ha tanta voglia di spaccare il mondo, ma ancora, a 24 anni (da compiere), non sembra aver trovato la propria strada.

È vero. A inizio stagione era partito col botto, sfoderando prestazioni da applausi come quella contro il Twente a Firenze. Poi il fastidioso guaio alla schiena che ha interrotto le sue chances di giocarsi un posto da titolare. Chiariamoci bene: Riccardo ha ancora diverse settimane per (ri)prendersi tutto quello spazio che i vari Ikoné, Kouamé e Saponara gli hanno mangiato quando era via. Ma adesso che siamo nella fase cruciale della stagione, è arrivato per lui il momento di darsi una svegliata.

Anche perché gli esterni offensivi, nell’ottica di Italiano, sono tutti intercambiabili. E il posto del numero 33 può essere seriamente insidiato da quel Josip Brekalo che ha centrato subito il palo contro Dragowski. Probabilmente, la forma fisica dell’ex Torino è persino peggiore di quella di Sottil, ma le sue doti tecniche, tra cui il trovare la porta con facilità, potrebbero farlo rapidamente salire nelle gerarchie. Il croato non avrà la corsa e lo strappo del figlio del tecnico dell’Udinese, ma possiede una caratteristica che non può che far gola a un ‘offensivista’ come Italiano: l’innata capacità di centrare lo specchio.

Sottil, dunque, si trova davanti a un bivio: iniziare a diventare decisivo negli ultimi metri, indovinando l’ultimo passaggio oppure provando con decisione a concludere, dato che sempre di attaccante stiamo parlando. La velocità e il dribbling non bastano più. Per fare il salto di qualità, Ricky deve iscrivere il proprio nome alle voci che passano alle statistiche come gol e assist. Uno sforzo ulteriore in un periodo in cui sta provando con tutte le forze a tornare sé stesso. E anche se non è mai facile, il classe ’99, adesso, deve fare quello “scattino” in più.

Gli sprint inarrivabili di Dodô, Brekalo mobile e propositivo. Duncan cade come un sacco di patate e a Sottil manca l'illuminazione
L’afflato vincente della Fiorentina si interrompe qui. E bisogna dire che, alla fine, è pure andata bene. Niente reco...

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