Sono bastati pochissimi minuti per far ritrovare la via della rete a Gaetano Castrovilli. Rientrato in campo dopo l’ultima volta lo scorso aprile contro il Venezia, il centrocampista viola non solo è tornato a danzare sui fili d’erba, ma anche ad incidere sul tabellino finale. La sua rete del 6-1 contro il Lugano ha messo il sigillo su un’amichevole dominata (grazie anche alla superiorità numerica) che ha visto la sua nota più dolce proprio nel ritorno del numero 10 di Italiano.

Inserito come mezzala al posto di Amatucci, Castrovilli ha fatto la sua prima comparsa nel “nuovo” 4-2-3-1. Un indizio, quello del tecnico siciliano, che fa già intuire quale dovrebbe essere la posizione dell’ex Bari all’interno di questa veste tattica rimaneggiata. Nonostante Barak fosse in campo dall’inizio, Italiano ha preferito tenere in campo l’autore della doppietta, scegliendo uno slot più arretrato per il neoentrante.

Seppur in amichevole, si può credere che anche in gare ufficiali Castrovilli andrà ad occupare quella posizione, sulla linea di mediana al fianco di Amrabat. È improbabile, infatti, che possa scippare il posto di Bonaventura, visto il sovraffollamento di trequartisti in rosa. Ad uscire, allora, dovrebbe essere Mandragora, nonostante le sue prestazioni fossero migliorate non poco nelle ultime uscite prima della sosta.

Attenzione, però, anche al capitolo esterni. Con i lungodegenti Sottil e Gonzalez, la squadra ne conterà soltanto tre ancora per un po’ (con un Kouamé che spesso ha giocato come punta). Per non scombussolare l’armonia ritrovata tra ottobre e novembre, Italiano potrebbe quindi optare per un Castrovilli più defilato, magari subentrando sulla fascia sfruttando le sue doti nel dribbling. Potrebbe essere questo il piano per le prime settimane, quelle in cui il centrocampista pugliese dovrà riacquisire fiducia e domestichezza con il campo.

Non è da escludere, infatti, che il ritorno al 100% di Castrovilli possa avvenire soltanto a febbraio, usufruendo di un altro mese per testare il ginocchio martoriato. Intanto, il 10 ha lanciato un segnale forte e chiaro: “Sono tornato e non ho perso il vizio del gol”. Adesso toccherà all’allenatore trovargli la posizione ideale all’interno di una formazione che ormai non scende più in campo col 4-3-3.


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