La rabbia non è svanita, perché contro la Juventus spesso e volentieri accade così. La Fiorentina ci è andata vicino, approfittando di una squadra (quella bianconera), ferita e in difficoltà, senza Bonucci e Chiellini, con un ronzio che all'Allianz Stadium si sentiva lontano un miglio. Ma non è bastato. Gli episodi, ancora una volta gli episodi, hanno condannato i viola. Ma anche delle scelte (quella di Amrabat su tutte) che hanno sicuramente pesato.

Che delusione il centrocampista ex Verona: lento, macchinoso, a tratti irritante. Non sarà colpa sua, forse nemmeno di chi lo manda in campo (i giocatori sono questi), ma viene da domandarsi il perché di questa trasformazione. Un anno si può concedere, uno e mezzo comincia ad essere molto. Ecco che, già a gennaio, la Fiorentina ascolterà le offerte se arriveranno ma soprattutto si guarderà attorno. Anche in quel ruolo. Quando Torreira esce dal campo la luce si spegne, soltanto quando non c’è più sul rettangolo verde ci si accorge della sua importanza tattica, geometrica. Torreira è, lì in mezzo, l’unico davvero indispensabile.

Adesso la sosta, con una classifica che, grazie anche ai passi falsi di Roma e Sassuolo su tutti, rimane interessante. Già, la Roma. In questo momento, delle sette sorelle, sembra proprio la squadra di Mourinho quella più alla portata dei viola. La classifica è bella, il gioco anche, l’intensità vista a Torino nei primi sessanta minuti ci fa ben sperare per il futuro. Italiano sta riuscendo in quello che, fino a pochi mesi fa sembrava impossibile. Adesso però va aiutato, veder ‘sprecata’ una partita come quella dello Stadium fa male. A tutti, ma soprattutto ai calciatori. Mai affiatati come quest’anno, mai squadra come questa volta.

Dopo la sosta ci sarà il Milan di Pioli, la formazione la faranno soprattutto le condizioni dei nazionali. Ma questa volta Italiano non li terrà a riposo come la volta scorsa, chi starà bene scenderà in campo contro Ibrahimovic e compagni. I rossoneri sono forti, fortissimi, ma questa Fiorentina se la può giocare con tutti. Manca un'impresa (Atalanta a parte) con una grande. Poi, anche l’autostima, potrebbe crescere ancora. Ma manca anche un po' di qualità nei momenti decisivi della gara. E quella si compra solo sul mercato, ammettendo anche che qualche acquisto è stato sbagliato. C'è qualcuno che pesa ancora troppo, non solo sui bilanci ma anche sui risultati.


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