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Riceviamo e pubblichiamo.

‘Vae victis’, guai ai vinti. Come Brenno re dei Galli prima di mettere Roma a ferro e fuoco, Rocco Commisso ha dettato la sua legge gettando sulla bilancia della storia dell’architettura il proprio, pacchianamente esibitissimo, pacco di miliardi. E con aplomb diplomatico ha dichiarato alla stampa: “Distruggerò il Franchi. Se non mi sarà concesso, porto la Fiorentina sul Bisenzio e vi lascio il rudere”.

Noi Comitato Fiorentini per il Franchi, modestamente, l’avevamo previsto, a parte una sola novità: da autentico, occhiuto intenditore, il simpatico tycoon calato dagli States ha scoperto, neanche a dirlo, che il glorioso impianto di Campo di Marte non è il Colosseo né Palazzo Vecchio e che pertanto può essere tranquillamente abbattuto. Da qui anche un inedito sillogismo degno di Socrate: è consentito radere al suolo tutto ciò che non è Colosseo o Palazzo Vecchio.

Nella sostanza si è impennato il livello dello scontro con le istituzioni. Per Commisso è scoccata l’ora fatale delle decisioni irrevocabili e con ferrea intenzione di spezzare le reni al Franchi, ieri ha incontrato il sindaco per consegnare la dichiarazione di guerra. Preso in contropiede dopo settimane di seducenti moine e pronostici che a Commisso hanno fatto un baffo, Nardella ha diffuso un comunicato grondante delusione, ma di tono interlocutorio. Incontrando i giornalisti il patron Viola ha invece messo subito in chiaro la faccenda: ruspe e uno stadio a Campo di Marte nuovo di zecca, più centro commerciale e albergo. Tutto a sua misura e di sua proprietà. O così o Campi Bisenzio. Appuntamento fra due mesi dal ministro Franceschini per l’ultima parola.

Domanda: può Firenze, può il governo della Repubblica trattare su basi che umiliano i nostri capolavori insieme ai funzionari dello Stato? E’ onorevole cedere prestigio di secoli e dignità nazionale per qualche centinaio di milioni? A noi pare di no. Commisso sta usando modi e parole che possono affascinare qualche tifoso tra i più ciechi, ma che sono fondamentalmente irricevibili.

Da tutto ciò la proposta: a ricatto, ricatto e mezzo. Commisso traslochi pure la Fiorentina. Sappia però che, oltre allo stadio e agli altri impianti, dovrà pagare di tasca propria anche le infrastrutture di collegamento con Firenze: strade, ponti, metropolitana e le spese per ogni servizio fornito dalla collettività, compreso il presidio di carabinieri e polizia durante le partite. Per conto nostro possiamo già invitare allo sciopero la tifoseria più orgogliosa: la Viola possiamo sempre seguirla in tv in attesa che Firenze crei una nuova squadra che abbia al Franchi la sua sede.

Il comitato I Fiorentini per il Franchi

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