Da qualunque parte la si veda e da qualunque parte si voglia rigirare questa storia, c'è da dire che il rapporto tra il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, e il Soprintendente, Andrea Pessina, non è nato sotto una buona stella. Incontri, proposte, dinieghi, irrigidimenti, incomprensioni, attacchi, smentite, difese, abbiamo assistito ad un bel repertorio da quando si è aperta la discussione per il Franchi fino a giungere a quella il centro sportivo di Bagno a Ripoli. Il tutto ha generato la sensazione (per alcuni anche la convinzione) sgradevole che ora vi sia una diatriba di carattere personale che viene portata avanti. Ci sarebbe bisogno di un gesto distensivo, specialmente da parte del 'burocrate' Pessina, per acquietare gli animi e per togliere di mezzo questa foschia che aleggia. Intendiamoci, le regole esistono e vanno rispettate: nessuno sta chiedendo corsie preferenziali e questo deve essere chiaro.

Dall'altra parte quello che è difficile far capire a tutti è il fatto che Firenze, fortunatamente, non è Albany. Scriviamo il nome di questa città perché è la capitale dello stato di New York, stato in cui, tra le altre cose, ha sede Mediacom Park. Che cosa intendiamo con questo concetto? Intendiamo dire che la nostra città e i suoi dintorni sono belli e ammirati perché negli anni sono stati rispettati criteri di costruzione, il paesaggio è stato vincolato e l'anima e la storia della città sono state mantenute. Vi sono state indubbiamente delle cadute di stile, basti vedere il palazzo di giustizia, rinominato Gotham City, ma in gran parte è stato davvero così. In America non funziona così, anche perché non c'è nessuna storia da preservare e quindi chi vuol realizzare qualsiasi opera ha un'autostrada aperta davanti a sé, anche se questo vuol dire smembrare il territorio.

Commisso ha voglia di costruire lo stadio e vuol realizzare il centro sportivo. Siccome questo signore ha intenzione di mettere sul tavolo svariate centinaia di milioni di euro, la politica, le istituzioni, gli enti del nostro territorio devono far di tutto per far sì che questo avvenga, anche perché nessuno è in condizione in questo momento di dire di no ad un imprenditore che, con la sua opera, tra le altre cose, darà lavoro a migliaia di persone. Nel frattempo c'è l'obbligo che le regole siano rispettate anche se bisogna evitare di attaccarsi sempre alle funi del cielo, perché finché si tratta di dire non costruiamo un grattacielo accanto al Duomo, lo si può capire e si deve combattere affinché ciò non avvenga, ma sentirsi dire che un annesso agricolo ha valore storico, sinceramente, è un qualcosa che fa ridere i polli. Chiaro il concetto?


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