Nardella: "Non possiamo vendere il Franchi alla Fiorentina". La pietra tombale sull'ipotesi di ristrutturazione dello stadio

La serie di pietre tombali sull'ipotesi di ristrutturazione da parte della Fiorentina di Rocco Commisso dello stadio Artemio Franchi, in luogo della costruzione di un nuovo impianto, oggi, 23 dicembre, ha visto un no che dovrebbe definitivamente mettere a tacere chi promuove la riqualificazione al Campo di Marte. Gran cerimoniere della funzione, che dà il saluto all'idea ristrutturazione, il Sindaco Dario Nardella che, in occasione di una conferenza stampa in Palazzo Vecchio col Sovrintendente Andrea Pessina, ha escluso la possibilità che l'Artemio Franchi (di proprietà del Comune) possa essere venduto a un privato.
È vero che in altri comuni gli stadi sono stati venduti dalle amministrazioni cittadine alle società di calcio, ma nel caso di Firenze il valore storico e artistico dell'impianto è tale che l'ipotesi alienazione non è percorribile. Senza diritto di proprietà, come scrive Il Sito Di Firenze, cosa dovrebbe spingere Rocco Commisso ad investire ben oltre cento milioni per intervenire su una struttura che non sarà mai della ACF Fiorentina (incrementando il valore patrimoniale in caso di possesso) e, visti i vincoli delle parti sottoposte a tutela che limitano gli interventi di restauro, non potrà mai produrre gli utili generati con un nuovo stadio moderno e funzionale? La risposta è ovvia, il “total control” auspicato dal Presidente del Club viola non si concretizzerebbe.
"I beni pubblici – ha detto Nardella – non sono alienabili, lo stadio Franchi non potrà mai essere di proprietà di una società di calcio. Sono alienabili in casi eccezionali, ma non è il caso dello stadio Franchi".