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Oggi, in Senato, si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione della Legge Bove, relativa alla formazione obbligatoria sul primo soccorso, a partire dai giovanissimi, e per sensibilizzare su un tema tanto fondamentale quale il primo soccorso e il suo corretto svolgimento. Lo stesso Edoardo Bove, naturalmente presente, ha commentato durante la presentazione.

“Il mio nome su questa legge è motivo di orgoglio”

“Io sono un professionista che, al momento dell'episodio, si trovava in un campo di Serie A dove le misure di sicurezza sono completamente differenti rispetto a quelle dei dilettanti, o rispetto a ciò che può accadere per strada. Qui leggo: Legge Bove. Sono davvero onorato che ci sia il mio nome ma, a dire il vero, anche un po' imbarazzato: non è giusto prendersi meriti che non sono propri, c'è chi si batte da moltissimo tempo. Per me è motivo di orgoglio, ma al tempo stesso vorrei fosse la legge di Mattia Giani, o di Davide Astori, questa legge è anche per loro”.

“Combattiamo la disinformazione sin dalle scuole”

“Dobbiamo combattere la disinformazione: io ero il primo a non conoscere i dati statistici sugli arresti cardiaci, e la disinformazione porta paura. I dati parlano di una maggioranza di persone che, alla domanda se interverrebbero in una situazione di emergenza per salvare una vita, molti si tirerebbero indietro. Il nostro impegno è quello di diffondere informazione e cultura del primo soccorso: ci proviamo sin dai bambini nelle scuole, che ci rispondono che interverrebbero subito, invece. Questi sono i nostri ‘campi di gioco’, le scuole, i centri sportivi: luoghi dove c'è la volontà di imparare e il coraggio di farlo”.


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