Leonardo Fabbri: "Fiorentina? Non si può criticare un progetto sportivo dopo nemmeno due mesi. Trevisani purtroppo ha ragione su un aspetto..."

Leonardo Fabbri, pesista tornato da poco dai Mondiali di Atletica di Tokyo medaglia di Bronzo e grande tifoso viola, è intervenuto alla trasmissione Amici Viola in onda su Radio Sieve per commentare l'attualità della Fiorentina: “Sicuramente non c'è da essere soddisfatti di questo inizio di stagione della Fiorentina, però, per come la vedo io, parlando di sportivo, in questi casi bisogna dar tempo di lavorare. Criticare un progetto dopo nemmeno due mesi mi sembra un po' eccessivo. Il gioco visto fino ad ora non mi piace per niente, sia in fase difensiva che offensiva, però, dopo così poche partite, non posso nemmeno giudicare un allenatore o una stagione. Diamo tempo a Pioli, ha vinto uno scudetto con il Milan e ha fatto bene con la Fiorentina dopo la tragedia di Astori vincendo tante partite di fila”.
Sulle parole di Trevisani
Su quanto detto di recente dal giornalista Riccardo Trevisani sul tifo viola ha dichiarato: “Un po' purtroppo ha ragione, anche perché non riguarda soltanto Firenze, ma un po' tutte le piazze. Il calcio viene seguito dai tifosi, ma alla fine sono quelli che se ne intendono sono quelli che ci lavorano, come nella Fiorentina. Ognuno è bravo a fare quello che fa nella sua vita”.
Sui gol nei minuti di recupero
E sui gol presi negli ultimi minuti come a Cagliari e con il Como Fabbri ha commentato: "Lì secondo me è un misto di componenti, parte mentale e fisica, è inevitabile al 90' non avere più una certa freschezza. Lì se sei bravo a fare i cambi puoi ribaltare la partita. Fa parte anche della maturità delle grandi squadre avere la cattiveria per salvaguardare il risultato".
Su Gudmundsson
E ha proseguito: "Gudmundsson? Io stravedo per lui, ma anche per Fazzini. Su Gudmundsson c'è da dire che nello sport se ti fai male perdi la condizione, non è facile e deve essere bravo lui a ritrovarla sia a livello fisico che mentale. E da quel momento sono sicuro che avremo un campione in squadra, perché so che è forte.