Polverosi: "Un tracollo così non si era mai visto nella storia del calcio italiano. Stanno calpestando il simbolo della Fiorentina, fermateli!"

Nel suo duro editoriale per il Corriere dello Sport-Stadio, Alberto Polverosi attacca ancora una volta giocatori e società, tutti indegni rappresentanti della storia della Fiorentina:
"Prima dichiarazione di Vanoli dopo l’ultima agghiacciante prestazione di Losanna: «Se guardiamo l’aspetto positivo è che pure vincendo non ci saremmo qualificati fra le prime otto». Al di là dell’inesattezza già imbarazzante di per sé, visto che se la Fiorentina avesse vinto 2-0 a Losanna, non a San Siro, si sarebbe qualificata all’ottavo posto, si trasecola davanti a queste parole: ma come si fa a dire che vincere o perdere una partita di Coppa non cambia l’esito finale? Ma forse gli ottocento tifosi fiorentini erano andati in gita a Losanna per farsi le foto sulle rive del lago Lemano o per sperare in un successo della loro squadra?
E’ spaventoso quanto sta accadendo da queste parti senza nessuno che vi ponga rimedio, o che tenti di porvi rimedio. In una classifica di responsabilità al primo posto vanno i giocatori, sono loro che scendono in campo, sono loro che non mettono insieme due passaggi. Ma subito dopo, a un pelo, proprio un pelo di distanza, c’è la società, incapace di appoggiare l’allenatore (basterebbe un confronto con chi sa di calcio e di comunicazione per evitare certi sbandamenti) e di frustare una squadra che non ha padroni, che non avverte il pericolo. Una società, una squadra e un allenatore così distanti dalla realtà che a noi sembra di sognare.
Almeno nell’ultimo mezzo secolo non si era mai visto un tracollo del genere, non nella Fiorentina ma in tutto il calcio italiano. Forse qualcosa che si può avvicinare a questa inaccettabile perdita di dignità è capitato nei club dove non arrivavano gli stipendi, ma nella Fiorentina gli stipendi arrivano, sono puntuali e anche alti. Qui siamo davanti alla rovina di un simbolo, stanno calpestando il giglio e la sua storia nell’anno in cui il giglio e la sua storia tagliano il traguardo dei cent’anni. Non possono continuare così, vanno fermati".



