E se quella vista ieri sera al St. Jakob-Park è la precisione svizzera nella gestione della sicurezza delle partite, diciamo che è tutta un programma. Ripercorriamo quello che è successo fuori e dentro l'impianto sportivo di Basilea, con i tifosi della Fiorentina che in Svizzera non hanno trovato di certo un'accoglienza favorevole.

Come concordato con i vari viola club e gruppi organizzati, il ritrovo dei tifosi gigliati era previsto circa per le 17.30 in un prestabilito punto del centro della città, per poi partire in corteo alla volta dello stadio. Il tutto però è stato annullato per volere della polizia locale, che non ha acconsentito al corteo. Alcuni gruppi già presenti in zona, dunque, si sono avviati a piedi verso l'impianto, mentre altri sono arrivati con i pullman direttamente in zona St. Jakob-Park. Una volta riuniti davanti al settore ospiti, accolti da diverse decine di agenti in assetto antisommossa, i tifosi viola hanno dovuto aspettare per più di due ore l'ingresso ai tornelli.



Intanto per le vie di Basilea sfilava il corteo degli 8mila tifosi di casa che, giunto nei pressi dello stadio è stato fatto passare nella via adiacente al settore ospiti, con le tifoserie divise soltanto da alcune transenne. Al passaggio dei tifosi svizzeri, è scattato il contatto tra le parti, con lancio di oggetti da una parte e dall'altra e con la polizia locale che ha risposto sparando pallini di gomma all'indirizzo del gruppo viola, utilizzando anche idranti.



Una volta placata la situazione, ai tifosi viola è stato permesso l'accesso allo stadio. Si fa per dire. Tre tornelli, di cui uno funzionante a metà. Scanner inagibili, tanta fila, poca organizzazione. Per non parlare dei soccorsi molto molto lenti al tifoso viola che ha accusato un malore durante la partita. Una precisione, ripetiamo, tutt'altro che svizzera. Ma non è la prima volta che capitano situazioni del genere, soprattutto nelle trasferte europee affrontate quest'anno dai tifosi per la Conference League.


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