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Venerdì sera su Skysport è andata in onda una lunga intervista di Massimo Ambrosini Zlatan Ibrahimovic. I due, compagni al Milan dal 2010 al 2012, hanno trattato tanti temi, analizzando in lungo a in largo la carriera dello svedese, oggi punto di forza del Milan di Pioli. 

In un estratto della chiacchierata, Ambrosini chiede a Ibra: “Metti ancora pressione alla squadra come quando giocavamo insieme?” 

La risposta: “Si ancora di più. Se accetto un passaggio sbagliato? No. Se chiedo tanto? Si. Se non ti alleni bene ti dico qualcosa? Si, ancora oggi... Poi dipende da ognuno come la prende, perché come ti alleni è come poi giochi le partite. Se ti rilassi in allenamento ti rilassi anche in partita. La mia filosofia è questa. Magari per i brasiliani è diverso: si allenano tranquilli e giocano partite spettacolari. Ma qui, secondo me, la squadra lo prende bene il mio comportamento. Sono loro a dirmi: facci vedere la strada e noi ti seguiamo”. 

È sotto gli occhi di tutti la metamorfosi del Milan da un anno a questa parte, ovvero da quando Ibrahimovic ha fatto ritorno in rossonero. C’è chi lo dava per finito, lui ha risposto a suon di gol e prestazioni da alieno. 39 anni recita la sua carta d’identità, probabilmente un errore dell’ufficio anagrafe della città di Malmo. 

Scherzi a parte, l’età non conta quando sei un campione come lui, quando la tua carriera parla da sola. Ibra è un vincente, così come lo è Ribery. La Fiorentina ha la fortuna di aver in squadra un uomo che ha tanto da insegnare, un calciatore che vanta una Champions League in bacheca, e che ancora, a 37 anni, ha dimostrato che quando si accende fa la differenza. L’unica condizione perché ciò avvenga è che il francese stia bene fisicamente, e purtroppo in quest’anno e mezzo con la maglia viola, i troppi infortuni ne hanno compromesso il suo impiego in campo con continuità. 

ribery

 

Ancora lo svedese nella sua intervista: “Giocherò fino a che continuerò a stare bene. Perché quando passano gli anni non si parla più di qualità, ma solo di come stai fisicamente. Se stai bene fisicamente ce la fai, come Totti. Ma vale per tutti. Non è una mancanza di qualità, se uno è nella condizione fisica giusta ce la fa. Quella è la cosa importante, perdere qualità è impossibile. E' se ce la fai fisicamente oppure no”. 

Ribery sta lavorando molto per recuperare la miglior condizione fisica, ma i suoi compagni devono seguire la strada indicata da Scarface. In questo momento di difficoltà l’ex Bayern Monaco deve necessariamente essere la guida della squadra, esempio per i più giovani dentro e fuori dal campo. Prandelli ha bisogno dei 3 punti per scrollarsi di dosso i fantasmi della zona retrocessione, e siamo certi che Ribery domani sera risponderà presente. 

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