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L’ex giocatore di Torino, Lazio, Bologna ed Inter, Gabriel Mudingayi, detto Gaby, è stato sollecitato da Fiorentinanews.com su tutti i temi principali riguardanti la Viola. In particolare facendo anche un paragone tra le piazze di Firenze e Bologna, visto che lui nella seconda ha lavorato a lungo e pure insieme a Stefano Pioli.

In attesa che venga ufficializzato, a Firenze si parla tanto di Džeko, acquisto che segue la stessa lunghezza d’onda di altri della nostra Serie A, dalla formula usato sicuro. Può essere un mattoncino importante del nuovo mix che la rosa gigliata vorrà avere tra giovani e meno giovani?

“Assolutamente sì. Una buona rosa deve avere a disposizione ragazzi giovani ed altri con maggiore esperienza. L’età non rappresenta sempre un handicap, ma è sinonimo di mentalità vincente e, se ci si cura bene negli anni, si può anche continuare a garantire qualità. Ovvio che il futuro è dei giovani, ma considero sempre positivo un mix che comprenda giocatori d’esperienza; quindi, giudico una mossa intelligente la scelta di Džeko”.

Siamo arrivati al giro di boa per la clausola di Moise Kean. Se le chiedessi di sbilanciarsi sul suo futuro, su quale opzione punterebbe?

Kean è un calciatore che ha bisogno di una piazza che sappia valorizzarlo. Ha fatto un’ottima stagione, si è creata della magia con l’ambiente. A Firenze può continuare a fare bene, certo ha richieste importanti e staremo a vedere. Ma posso affermare che un altro anno alla Fiorentina può fare solo bene al giocatore”.

So che conosce molto bene Stefano Pioli, l’allenatore che la Viola ha scelto per provare ad aprire un ciclo finalmente vincente, visto che a Firenze manca un trofeo da tanti e troppi anni. Come giudica quest’operazione?

“Pioli rappresenta senza alcun dubbio un ottimo acquisto per la Fiorentina. Personalmente lo conosco molto bene, a Bologna facemmo un lavoro straordinario insieme ed ho il piacere di sentirlo ancora. È una persona in gamba, l’ideale per aprire un ciclo. Si tratta di un allenatore forte, esperto e bravo a livello umano, la scelta giusta per ricominciare a vincere”.

Due parole anche su Daniele Pradè. Tra i tifosi gigliati ci si divide nel giudicare il suo operato. Lui, intanto, ha scelto di apparire poco nell’ultimo periodo per rispondere con i fatti alle tante critiche ricevute. Lei, da uomo di calcio, come si approccia al lavoro fatto alla Fiorentina dal dirigente romano?

“Pradè è un dirigente molto preparato, ha fatto tante cose belle nella sua carriera, con più squadre. Ha talento nella professione che svolge e si vede che ama la proprietà per la quale sta lavorando”.

Chiudiamo con una domanda un po’ scomoda, che le faccio in virtù anche del suo passato in Emilia. C’è rivalità da sempre tra le piazze di Firenze e Bologna, che danno vita al derby dell’Appennino. Questa competizione ha aumentato i giri dell’intensità con la crescita dei felsinei degli ultimi anni e con il passaggio di Italiano da allenatore della Fiorentina a quello del Bologna, appunto. Oggi un giocatore chiamato a scegliere tra queste due piazze, da quale delle due sarebbe maggiormente attratto?

“Io credo che per prima cosa oggi un giocatore, in particolare uno straniero, continui a scegliere la Serie A, che non è un campionato passato di moda come molti credono. Poi, in seconda battuta, si sceglie il progetto migliore. Bologna è una piazza importante, altrettanto lo è Firenze; quindi, diventa difficile per chiunque scegliere tra due piazze del genere. Si opterà per il progetto più interessante per le proprie caratteristiche. Io ho giocato a Bologna e tifo Bologna: quindi consiglierei eventualmente ad un ragazzo questa realtà; ma la Fiorentina è la Fiorentina, e scegliere tra due ambienti così ambiziosi è veramente complicato”.

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