L'addio di Cristiano Biraghi sembrava un qualcosa di inevitabile, vista la voglia dell'esterno mancino di tornare all'Inter, a giocarsi per di più la Champions. E di tutta risposta Pradè andò a chiedere Dalbert, reduce da due anni quasi da psicanalisi in nerazzurro, dove aveva perso qualunque tipo di fiducia e di credibilità acquisita al Nizza. Benino nelle prime uscite ma poi crollato insieme al resto della squadra a partire da novembre. E dire che Montella aveva cucito il 3-5-2 quasi unicamente su di lui, perché la rosa viola non aveva (e non ha) certo gli uomini per giocare quel tipo di modulo: a partire dagli esterni (due appena, con Lirola che è un terzino...), passando per gli attaccanti (ad ora c'è solo Vlahovic), per finire con Chiesa, sacrificato da punta o i vari Sottil e Ghezzal, inutilizzabili. E il problema è grande perché con Dalbert non è applicabile neanche il 4-3-3, perché da terzino il brasiliano soffre notoriamente, specialmente se abbinato allo stesso Lirola. In compenso là davanti le scorribande si contano sulle dita di una mano, per un rendimento che in un girone non lo ha visto certo migliorare quello di Biraghi, privando però la Fiorentina di un giocatore da difesa a quattro.


💬 Commenti