Così è se mi pare... - Ferrari, uno di noi!

Leggo, dopo l'ennesima rovinosa caduta della Fiorentina, numerose prese di posizione di opinionisti e tifosi che, dopo l'allontanamento di Pioli e Pradè, chiedono le dimissioni del direttore generale Alessandro Ferrari. Richieste – a mio avviso – destinate a restare inevase, e spiego il perché.
Allenatori e direttori sportivi, più o meno capaci, entrano e escono dal palcoscenico del calcio continuamente. Oggi l'ingaggio, domani l'esonero, dopodomani, di nuovo in pista. Un continuo riciclaggio, talvolta intervallato da periodi di pausa. Ma sono tutti mestieranti, fanno parte del mondo del calcio, anche se con alterne fortune.
Ferrari è un corpo estraneo. Se esce di scena chi se lo fila più? Pensate che ci sia qualche società di calcio professionistico così temeraria da affidare le proprie sorti a chi di quel mondo ha dimostrato di non avere conoscenza e competenza alcuna? Chiamare Ferrari al vertice di una società di calcio equivarrebbe a scegliere un chiunque, il primo che passa davanti alla porta di casa.
Quindi come possiamo chiedergli di restare disoccupato? Per i dg non credo scatti neanche la cassa integrazione.
Se è arrivato sulla poltronissima della Fiorentina non è colpa sua. E' il presidente Commisso che, ereditato il responsabile comunicazione dai Della Valle, ha deciso di confermarlo. Scelta ripagata con una conflittualità continua proprio con il mondo dell'informazione col quale Ferrari avrebbe dovuto fare da tramite, compresi tre anni di contenzioso con Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Un successone.
Ma siccome il presidente che prendeva a pesci in faccia i giornalisti piaceva pure a tanti tifosi, Ferrari non ha mai tentato di calmierare quell'atteggiamento, frenando le intemperanze del presidente. E questa accondiscendenza gli è valsa i galloni di comandante in capo al momento opportuno.
Però se si manda in sala operatoria un portantino (e lo dico col massimo rispetto per i portantini) invece del chirurgo, è difficile che il paziente ne esca vivo. Se il generale perito in battaglia viene sostituito dal furiere, è assai probabile che la battaglia si concluda con una sconfitta.
Ecco perché Ferrari è uno di noi. E di sua spontanea volontà non lascerà mai la Fiorentina (ma se mi volesse smentire, ne sarei sinceramente felice).



