Quattro anni alla Fiorentina, quattro stagioni indimenticabili per i tifosi viola che hanno visto all'opera in campo un grandissimo centrocampista come, Carlos Caetano Bledorn Verri, detto Dunga.

L'ex calciatore brasiliano ha parlato con La Gazzetta dello Sport delle annate passate a Firenze e ha definito i suoi quattro anni nel capoluogo toscano "Bellissimi e pieni".

E ancora: "Eravamo un gruppo molto unito. Quando venne Pruzzo ancora di più. Dopo l’allenamento andavamo a prendere l’aperitivo insieme. Lui girava sempre con la sua Porsche. Lo prendevamo in giro. “Da dirigente, al massimo, ti potrai permettere una Fiat Uno”. Quella Fiorentina aveva bisogno di un rompiscatole (si riferisce a se stesso ndr). Doveva sempre dare qualcosa in più".

I problemi cominciarono per lui con Vittorio Cecchi Gori: "Con il padre Mario avevo una bellissima relazione. Poi, purtroppo, è arrivato il figlio con un altro personaggio. M’invitano a cena e mi dicono che sarò il loro capitano, ma avrei dovuto raccontare le cose che accadevano nello spogliatoio. Ho risposto che non ero il personaggio giusto per fare questo. Poi ho commesso un grande sbaglio: ho raccontato il fatto ai giocatori e due minuti dopo la cosa era arrivata al presidente. Sono finito fuori rosa".

Uno dei compagni di squadra di Dunga a Firenze era un certo Roberto Baggio: "Era un brasiliano mascherato da italiano. Si divertiva con il pallone. Era veramente felice solo quando stava in campo. A fine allenamento ci fermavamo io, lui e Borgonovo a battere punizioni e a tirare al volo".

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