Pare che Gudmundsson non fosse una mezzala sinistra. Ma che senso ha utilizzarlo così?

Ci sono molteplici ragioni per cui la Fiorentina è uscita contro il Real Betis dalla Conference League. Contro una squadra più “squadra”, contro giocatori fenomenali, contro un tecnico che ha inciso con le sostituzioni. Resta un bel problema all'interno della rosa viola: Albert Gudmundsson. Non tanto il giocatore in sé, certamente sfiduciato e in un momento di difficoltà evidente (anche personale), ma certamente una risorsa su cui poter fare affidamento. E allora il problema?
Ripartiamo, come fa il Corriere dello Sport-Stadio, dal motivo per cui la Fiorentina acquista Gudmundsson: il talento, la tecnica, la fantasia. Insomma, cose da attaccante, considerati i suoi numeri in termini di gol e assist a Genova. Gudmundsson è forse stato preso per andare a prendere palla all'altezza dei mediani? Per rientrare sistematicamente oltre il centrocampo? La heat map della partita contro il Real Betis è la riprova, l'islandese non ha mai la libertà di stare intorno all'area avversaria. Pare quasi più vicino all'area… sua.

In conclusione, un dato disarmante: nelle ultime cinque da titolare (col Celje, le due col Betis, con Empoli e Cagliari) Gudmundsson ha tirato appena tre volte. Tre, una conclusione ogni 147 minuti. E ha sempre preso la porta, ma gioca da centrocampista. Perché non ci è dato saperlo.