Calori: "Il Gudmundsson di Genova non si è visto, è frenato e ha ancora delle scorie. La Fiorentina deve giocare col centrocampo a tre"

Ex difensore tra le altre del Pisa, Alessandro Calori ha parlato a Lady Radio in vista del derby toscano tra la sua ex squadra e la Fiorentina, affrontando vari argomenti di casa viola e nerazzurra.
‘I risultati ti condizionano, Pioli continuerà a cambiare finché…’
“Difficile insegnare a Pioli, ma penso che la Fiorentina non possa possa prescindere da un centrocampo a tre e dagli esterni, i due quinti, in base a ciò ho visto in campo. Credo che Pioli all’inizio volesse essere propositivo e c’erano tutti gli ingredienti per poterlo fare. A seconda degli stati di forma e dell’intesa tra i calciatori poi scegli gli attaccanti. Gudmundsson però si è visto poco, da Dzeko magari ci si aspettava di più… poi i risultati ti condizionano sulle scelte. Pioli sta cercando la quadra e cambierà finché non la troverà”.
‘Gudmundsson non è quello visto, c’è qualcosa che lo frena'
“Kean ha trovato l’ambiente ideale a Firenze giocando da solo, ma può giocare anche con un altro attaccante. Sulla carta la Fiorentina è migliore dello scorso anno. Gudmundsson non è quello visto in viola, a Genova gli ho visto fare cose che in pochi fanno, ma c’è qualcosa che lo frena, dietro a livello umano, ha delle scorie. Ci sono tanti giocatori potenzialmente fortissimi, che possono tirare fuori qualcosa di davvero importante, finora non ci sono riusciti. Bisogna reggere l’urto delle critiche e trovare la propria strada”.
Poi le considerazioni sul prossimo avversario viola: "Ho visto il Pisa dal vivo contro l’Udinese, è una squadra con le difficoltà dell’esordiente in Serie A ed ha organizzazione di gioco. Non ha demeritato coi friulani nonostante la sconfitta e nemmeno contro il Napoli. Il Pisa deve crescere sotto tanti aspetti, la Serie A non è la B, ma è una squadra che vende cara la pelle, tignosa, che dà tutto ciò che ha. Il Pisa sfrutta molto le ripartenze, però ha anche delle geometrie. Ciò che incide maggiormente poi è la qualità dei giocatori, che devono sfruttare le occasioni: la differenza sostanziale la fanno sempre e solo i giocatori”.