Firenze lo sa bene, lo ha imparato anche attraverso alcuni recenti esempi (e la Serbia c’entra sempre qualcosa): con la continuità di rendimento, un calciatore può spiccare il volo e andare lontano. La Fiorentina ha bisogno dell’elemento con qualcosa in più, che la prenda per mano e la trascini fuori da zone di classifica che, in campionato, non le competono. Da questo punto di vista, Luka Jovic sta emergendo come il trascinatore dell’attacco, affiancato da uno strepitoso Kouamé.

Al di là di polemiche del tutto evitabili sull’esultanza, il serbo sembra aver finalmente ingranato la marcia. I gol stagionali sono sei, tre nelle ultime due partite. Le sue prestazioni sono molto lontane dal concetto di perfetto, ma già ieri si è vista una sua maggiore partecipazione, condita con due reti da centravanti puro (che non è). Rimangono gli errori sotto porta e non è un bilancio idilliaco, ma Jovic è in crescita e, inevitabilmente, ha giocato un ruolo importante la fiducia nei suoi confronti. Italiano gli ha consegnato le chiavi dell’attacco: a piccoli passi, il numero 7 deve dimostrare di onorarle.

Visti i risvolti positivi (con la speranza che crescano ulteriormente in futuro, soprattutto in campionato) ottenuti con la fiducia a Jovic, perché non replicare? Tanti elementi della rosa viola hanno le ali tarpate, anche per proprie responsabilità, e non riescono a cambiare rotta. In particolare, Jonathan Ikoné e Antonin Barak sono coloro che necessitano maggiormente di essere utilizzati con continuità. Per motivi diversi: il francese per continuare la buona scia dopo il gol all’Inter, il ceco per ritrovarsi completamente e risultare quantomeno un fattore.

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