Dietro al pareggio convincente dei viola, ad un ritrovato Ribery sul rettangolo di gioco e ad una Fiorentina che finalmente fa piccoli passi avanti, c'è di più. Perchè ieri sera un ragazzo cresciuto a Incisa e passato alla Fiorentina quando non aveva ancora 10 anni ha rilegato in panchina Lirola e Callejon; il primo, uno tra gli acquisti più onerosi della scorsa campagna acquisti estiva, il secondo, un calciatore che viene da anni pieni di successi tra Real Madrid e Napoli.

Con lo stadio pieno, probabilmente qualche controllo o passaggio sbagliato avrebbe fatto sobbalzare il Franchi. Così come l'occasione divorata nella ripresa su perfetto invito di Dusan Vlahovic. Ma il bello di Lorenzo Venuti è che nonostante gli errori, il numero 23 viola resta sempre sul pezzo, pronto a correggersi e a far dimenticare la defaillance precedente.

Per chi è cresciuto con la maglia viola come seconda pelle, la Fiorentina è un punto d'arrivo. Ed oltre i propri limiti, ogni volta che scende sul rettangolo di gioco con la maglia della propria città indosso, il terzino gigliato lo ribadisce a suon di prestazioni fatte di sacrificio, abnegazione, sudore e impegno. Tra diagonali difensive e supporto in attacco, Venuti contro il Sassuolo si è letteralmente impadronito della fascia destra del campo. Perchè spesso per essere un esempio anche per i propri compagni di squadra, non serve essere fuoriclasse.

Perchè oltre a Ribery che fuoriclasse lo è davvero, contro il Sassuolo tra quelli con la maglia viola in campo c'era un ragazzo diverso dagli altri. Perchè Lorenzo Venuti da Montevarchi alla soglia dei 26 anni, di gavetta ne ha fatta, e sa cosa significa scalare le gerarchie fino a diventare titolare nella squadra dove è cresciuto. Perchè per Venuti il Viola non sarà mai un colore indifferente o un macigno troppo grande da portare. E l'impressione è che ieri all'interno di quello Stadio dove ha fatto anche il raccattapalle, è riuscito a trasmetterlo a tutti...


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