Russo: "La Fiorentina non unisce più, divide, sta venendo meno l'identità. L'odio delle altre tifoserie? Reazione alla spocchia"
La Fiorentina che va male non è un solo un fatto sportivo per Firenze e la sua gente, ma anche un fatto sociologico. Ed è proprio per questo che La Nazione ha intervistato il sociologo e saggista (ma anche giornalista) Pippo Russo, che vive questa realtà ormai da tanti anni.
“La metafora perfetta di un cambiamento privo di rotta”
"Il rapporto della città con la Fiorentina è la metafora perfetta di un cambiamento privo di rotta - spiega Russo - I tifosi stessi sono divisi nei confronti della società viola: c'è chi la sostiene e chi la contesta. Si è perso di vista il bene comune. E poi c'è da aggiungere un altro aspetto. Il grande trauma del fallimento è relativamente fresco, risale a poco più di vent'anni fa. Ora, dopo due diverse proprietà e con lo choc delle contestazioni a molti viene naturale chiedersi “cos'è diventata la Fiorentina per la città?”.
Gli sberleffi da mezza Italia
Russo aggiunge sugli sberleffi social che arrivano da mezza Italia: “Firenze ha uno stile molto connotato, identitario. E per questo può facilmente essere percepita come antipatica. Ha perfino una spocchia che è un valore quando vinci e hai successo. Quando invece perdi è un boomerang. E forse qui incide anche la proprietà che ha uno stile comunicativo divisivo anche nella stessa Firenze, figuriamoci fuori”.
“Il collante che viene meno”
Infine: "Il collante tra squadra è città sta venendo meno qui co-me altrove ma in una realtà come Firenze lo si avverte di più. Sta perdendo il filo, espelle i suoi residenti, vede spuntare un cubo nero tra i suoi palazzi. Di conseguenza perde anche parte della sua identità calcistica. Prenda gli spazi fisici. Il centro di gravità non è più il Franchi ma il Viola Park che è fuori dai confini comunali. Cosi si provoca uno smarrimento".



