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Sbarcato nuovamente in Premier League alla guida dell'Everton, Carlo Ancelotti ha detto la sua al Corriere dello Sport, relativamente alla possibile ripresa o meno del calcio e chiarendo le sue priorità: "Oggi la priorità è la salute e limitare il contagio. Quando si ricomincia, quando si finisce, le date, le promesse, le speranze... non m'importa, in questo momento è l'ultimo dei miei pensieri. La Premier ha imposto ai club di dare tre settimane di vacanza a tutti, giocatori, tecnici, staff. L'idea iniziale era quella di ripartire a maggio ma è fuori discussione che ci si riesca. Presto cambierà l'economia, a tutti i livelli, i diritti televisivi varranno di meno, i calciatori e gli allenatori guadagneranno di meno, i calciatori e gli allenatori guadagneranno di meno, i biglietti costeranno di meno perché la agente avrà meno soldi. Prepariamoci a una contrazione generale".

E poi sulla preparazione atletica: "Mi fa ridere chi insiste a fare discorsi sui tempi per la preparazione, c'è addirittura chi parla di tre settimane di allenamento. Sono cazzate. E' una barzelletta, quello della preparazione è un falso mito. Ricordo che nel 2006, per via di Calciopoli, il Milan uscì inizialmente dai primi quattro posti e quindi dall'Europa, d'un tratto per non far retrocedere la Lazio ci venne tolta una parte della penalizzazione e fummo costretti a fare i preliminari di Champions. Dovetti telefonare ai ragazzi che erano in vacanza perché quattro giorni dopo avremmo dovuto affrontare la Stella Rossa. Cafu rientrò dal Brasile 24 ore prima e giocò novanta minuti. Se volete vi ricordo come andò a finire a maggio ma credo che lo sappiate già (il Milan vinse la Champions ndr)".


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