Oltre che in campo, dove la squadra di Montella è stata gravemente impresentabile mentalmente e fisicamente, il Cagliari ha dato una lezione alla Fiorentina anche nell’ambito del mercato.

La squadra rossoblu, in estate, ha ceduto il gioiello Barella all’Inter per circa quaranta milioni di euro ed ha così potuto reinvestire alla grande, viste le capacità del direttore Marcello Carli, la somma incassata. Il centrocampista che ieri è stato il match winner di Antonio Conte contro il Verona, è stato sostituto dall’ex Boca Juniors Nandez, seguito in passato anche dalla Fiorentina, dall’ex Napoli Rog e da Nainggolan, che ha proprio scartato i viola pur di tornare in Sardegna. Inoltre, il Cagliari è riuscito anche a prendere Olsen dalla Roma per l’infortunato Cragno e Simeone per Pavoletti, anche lui fermo ai box.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti e il parallelo con Firenze sorge spontaneo: pur capendo le esigenze della nuova proprietà nel non vendere immediatamente il proprio miglior giocatore (e alla Juventus), era così folle cedere un Chiesa scontento e completare la rosa al cento per cento? Il calcio, specialmente negli ultimi anni, sta insegnando che lasciar andare i calciatori di fronte a grosse cifre per reinvestirle è la normalità ed è giusto fare così. Basti pensare che la Juventus ha venduto Pogba e Vidal, il Napoli Cavani, Lavezzi e Higuain ma anche i campioni d’Europa del Liverpool sono diventati grandi proprio dalla cessione di Coutinho.

Un insegnamento che sicuramente, la nuova proprietà della Fiorentina, dovrà capire in fretta per diventare grande davvero.

GIACOMO TRAMBUSTI


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