C'è un ostacolo enorme, apparentemente insormontabile, che si palesa ogni qual volta si parla del futuro della Fiorentina. Trattasi di quell'appeal, a livello di competizioni giocate, che mai come in questo momento tocca livelli veramente bassi. "Come si fa a costruire un ciclo glorioso con calciatori forti se non giochiamo nemmeno l'Europa League?". Dubbio legittimo, ma non irrimediabile.

Basti pensare infatti che anche nel 2012 la Fiorentina era a secco di coppe europee, e veniva da una salvezza ottenuta nelle ultime giornate. Eppure, solo pochi mesi dopo, fu costruita una squadra spettacolare che alla fine del campionato sfiorò la Champions League. Alla base di ciò c'era il lavoro di Pradè e soprattutto di Macia, che ingaggiò giocatori non ancora rinomati ma che lo sarebbero diventati proprio a Firenze. Colpi mirati, tra esperienza e prospettiva futura, che si incastravano perfettamente nei meccanismi dell'allenatore.

E' da qui che deve ripartire la Fiorentina di oggi, in primis Rocco Commisso. La figura del direttore sportivo è fondamentale quando bisogna ricostruire dalle fondamenta, e Pradè ad oggi non appare l'uomo giusto per tale incarico. Mai come adesso il presidente viola deve avere il coraggio di cambiare, e l'umiltà di farsi consigliare.

Inutile sperare che giocatori come Torreira o Milik vengano alla Fiorentina: un grande colpo alla RIbery ci può stare, ma gli obiettivi devono essere altri. Giocatori che siano prima di tutto adatti alle idee di gioco dell'allenatore, e qui arriviamo a un altro punto importante. Sarà inammissibile iniziare un altro campionato con un'incognita in panchina, che magari se ne va a stagione in corso. L'effetto domino delle scelte sbagliate è già durato fin troppo, prima con Montella e poi con Iachini.

Tante carte in tavola, ma non impossibili da giocare. La società ora deve dimostrare di saper crescere e maturare anche sull'aspetto tecnico, così come ha fatto a livello di infrastrutture con il Centro Sportivo. Arrivare in Champions nella prossima stagione, forse, sarebbe chiedere troppo. Ma affrontare l'ennesimo campionato senza obiettivi, di contro, potrebbe risultare assai pericoloso.


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