Prendiamo il calendario e torniamo indietro fino al 30 luglio 2020. Ora di pranzo. La Fiorentina conferma Beppe Iachini sulla panchina viola anche per la stagione 2020-21. Tra lo stupore generale, l’opinione si divide: tra chi pensa che sia una buona mossa chi pensa sia un errore clamoroso (ai posteri poi è andata l’ardua, ma nemmeno troppo, sentenza). Alla squadra viola, reduce dalla larga vittoria contro il Bologna, manca ancora una partita contro la SPAL già retrocessa. Vittoria agile anche nell’ultima partita di una stagione stranissima e salvezza conquistata con ampio margine. La classifica recita 49 puti.

La stagione successiva, l’attuale, parte male, malissimo. Iachini “dura” solo otto partite, poi viene esonerato. Un cambio mai digerito dalla società viola, specialmente da Rocco Commisso, che in un’intervista per La Nazione un mese esatto fa affermò: “Il primo anno la portammo al 10° posto. Nessuna altra squadra aveva scalato in un anno 6 posizioni. Per questo confermai Iachini. Ritenevo giusto dargli un’altra opportunità. La sua media è stata di 58 punti. Ma a Firenze Iachini lo avete massacrato spesso ingiustamente”.

Che a Rocco non piaccia cacciare le persone è ormai chiaro a tutti e quell’addio, seppur agli occhi di tanti inevitabile, è sempre stato sulla sua bocca. Con l’improvviso addio di Prandelli ecco la nuova chance a Iachini. Facile immaginare che la società viola non abbia avuto dubbi sul richiamarlo, visto anche il forte legame rimasto tra lui e i dirigenti e una firma sul contratto ancora in valida. Una nuova chance che ha un obiettivo solo: la salvezza. Di quello che sarà adesso sembra superfluo parlarne. Beppe è tornato e deve portare l’ennesima barca naufragante verso la riva più vicina.


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