Questa estate, tutto lo staff medico viola, si diceva contento e soddisfatto del lavoro svolto e dei pochi infortuni, a livello muscolare, della Fiorentina. Avevano ragione, anche se non si giocava con la frequenza di oggi, sicuramente i dati erano tra i più positivi. Merito degli allenamenti, delle cure, della prevenzione.

Oggi, dopo venticinque giorni circa di gare, una dietro l'altra, purtroppo il quadro è totalmente diverso. Infortuni, tanti, e lunghi. Con giocatori fondamentali come Gonzalez fermo ai box da molto tempo. E poi Duncan, Zurkowski, Milenkovic, adesso Dodô che rischia di fermarsi per alcune settimane. Una difesa già decimata, con Italiano che con il suo intenso turnover aveva fatto capire che il rischio era questo. E oggi si morde le mani, forse, per aver dato retta un po’ troppo ad agenti esterni, sottovalutando magari un po' alcuni campanelli d’allarme che c’erano.

Non sappiamo e non abbiamo le competenze per capire se c’è qualche responsabilità, se il fatto che questa emergenza arrivi dopo soltanto tre settimane di partite, sia un dato preoccupante o meno. Sappiamo, e sapevamo soltanto, che il calendario era questo. Che fino a novembre si sarebbe giocato ogni tre giorni e che in alcune zone del campo (soprattutto dietro dove oggi l’emergenza è assoluta) la Fiorentina era precisa, contata. Ci veniva risposto che, anzi, forse uno era di troppo. E infatti Nastasic (operazione inutile in entrata e quindi anche in uscita) è stato dato via e al suo posto non è arrivato nessuno.

Oggi i viola si ritrovano, sia in campionato che in Europa, a dover giocare con Ranieri e Venuti, incrociando le dita che da qui alla fine non ci siano altre defezioni. Una posizione di rischio assoluta che, forse, poteva essere preventivata. Ma la vera domanda rimane: la Fiorentina ha un problema soltanto tattico, soltanto tecnico o anche fisico? Tutti questi infortuni, le difficoltà nel cambiare passo e nell’arrivare prima sul pallone, possono essere riconducibili ad una difficoltà atletica? Ci sembra strano, lo diciamo chiaramente. Perché nel 2022 tutti gli staff, quello viola in primis, sono sempre all’altezza e all’avanguardia. Ma la domanda è lecita e sicuramente, oltre alla sfortuna, c’è il dovere di capire se c’è dell’altro. Forse, una bella conferenza stampa chiarificatrice, metterebbe a tacere tante chiacchiere che, come sempre, in questi momenti cominciano a circolare.

Intanto oggi si scende in campo. Occorrono punti, occorre non perdere, ma occorre soprattutto una reazione. Di spirito e di gioco. Per capire se questi nuvoloni sono passeggeri o se invece, il problema, è più alla radice.


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