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Edin Dzeko
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

La stagione 2025/26 della Fiorentina si è aperta con un pareggio amaro. Domenica 24 agosto i viola hanno debuttato in campionato contro il Cagliari, chiudendo sull’1-1 una sfida che sembrava già indirizzata. Dopo il vantaggio firmato da Rolando Mandragora, i gigliati si sono fatti raggiungere nei minuti di recupero dal gol di Sebastiano Luperto, lasciando la Sardegna con un solo punto e qualche rimpianto. Una partita in cui la formazione viola ha mostrato qualità a tratti, ma anche limiti da colmare. Il lavoro di Stefano Pioli, tornato sulla panchina gigliata dopo sei anni, è appena iniziato e i nodi da sciogliere non mancano.

Il rebus Džeko: titolare o riserva di lusso?

L’arrivo di Edin Džeko ha acceso l’entusiasmo della piazza. Il bosniaco, nonostante i 38 anni, resta un centravanti di livello internazionale, capace di dare peso offensivo, qualità nei movimenti e soprattutto esperienza nei momenti chiave. Il suo debutto in campionato non è stato travolgente, ma Pioli sa di poter contare su di lui in molteplici modi.

La vera domanda è se Džeko potrà essere anche titolare o riserva di lusso. In un campionato lungo e dispendioso, con anche la Conference League e la Coppa Italia da affrontare, l’ex Inter e Roma potrà essere gestito con attenzione. Da una parte rappresenta il punto di riferimento ideale per gli esterni e per i trequartisti, dall’altra la sua tenuta fisica non consente di immaginarlo sempre in campo per 90 minuti. Potrebbe quindi diventare un’arma strategica: titolare nelle sfide di cartello, subentrante di lusso in altre, pronto a garantire gol ed esperienza quando la squadra ne avrà più bisogno.

Le scelte tattiche di Pioli per cambiare passo

Il pareggio di Cagliari ha confermato che la Fiorentina possiede qualità ma deve ancora trovare la giusta identità tattica. Pioli, che ha costruito la sua carriera sul 4-2-3-1, sta valutando diverse soluzioni per sfruttare al meglio le caratteristiche della rosa.

Il primo nodo riguarda proprio l’attacco. Se Džeko verrà schierato titolare, allora servirà un sistema che lo supporti con esterni rapidi e un trequartista capace di innescarlo. In questo senso, il 4-2-3-1 appare la formula più naturale, con due mediani a dare copertura e libertà agli uomini offensivi. In alternativa, Pioli potrebbe insistere sul 3-5-2 provato in Conference League, che garantisce maggiore equilibrio difensivo e la possibilità di avere due punte: una più fisica (Džeko) e una più mobile (come Beltrán o Piccoli).

Altra questione chiave è la fase difensiva. Subire un gol al 95’ come contro il Cagliari evidenzia la necessità di maggiore concentrazione e compattezza negli ultimi minuti. Qui servirà il lavoro di Pioli, noto per l’attenzione ai dettagli e la capacità di responsabilizzare i giocatori nei momenti cruciali.

Un cantiere aperto con impatto sul mercato

Il debutto di campionato non deve generare allarmismi, ma rappresenta un campanello d’allarme. La Fiorentina vuole crescere, consolidarsi in campionato e inseguire un trofeo che manca da troppo tempo. Per riuscirci, servirà sciogliere in fretta i dubbi sul ruolo di Džeko e trovare la formula tattica giusta per esaltare una rosa rinnovata e ambiziosa.

Tutti questi interrogativi – dalla gestione di un fuoriclasse esperto al sistema tattico definitivo – non avranno effetti soltanto in campo, ma anche fuori. Le scelte di Pioli e il rendimento della squadra incideranno infatti sull’umore delle tifoserie e sul mercato calcistico, influenzando inevitabilmente anche le quote delle scommesse sportive online, settore che segue da vicino ogni evoluzione delle big italiane.

Pioli ha davanti una stagione lunga e impegnativa, ma anche un’occasione per lasciare il segno: riportare la Fiorentina a competere stabilmente per l’Europa e, perché no, regalare ai tifosi quella vittoria che ormai sognano da anni.


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