Giancarlo Antognoni, bandiera viola ed ex dirigente della Fiorentina, ha parlato di a RTV38 di alcuni retroscena del passato da giocatore e altri più recenti legati alla società gigliata: "Nell’80 ho rifiutato di andare a giocare nella ‘Grande Roma’. Lì mi offrivano un attico in Piazza di Spagna ma in quegli anni poi arrivarono i Pontello che fecero delle grandi squadre alla Fiorentina. Il rammarico è quello scudetto non ottenuto nell’82. Un gol lo avevamo fatto con Graziani ma ce lo annullarono. Dovevamo andare almeno allo spareggio, contro la Juventus avevamo fatto due pareggi.

E sulla sua ultima esperienza da dirigente alla Fiorentina: “Prima di andarmene mi avevano offerto la direzione tecnica del settore giovanile. Ma il modo in cui lo hanno fatto non mi è piaciuto. Mi hanno fatto questa proposta il giorno prima della scadenza del contratto. Ho detto a Barone che mi andava bene iniziare quando ci sarebbe stato il Viola Park, fino a quel giorno sarei voluto rimanere in prima squadra. Barone mi disse di no, si era intestardito. Mi hanno denigrato dal punto di vista lavorativo, non avevo fatto nulla di grave per andare al settore giovanile. Avevo un ruolo importante insieme a Pradè, dovevo scegliere i giocatori, ma quel ruolo non fu rispettato. Di giocatori ne ho scelti pochi, ma uno per esempio è Martinez Quarta dopo aver sentito Passarella, che mi disse che era più forte di lui”.

E prosegue: “Io con questa società non mi sono trovato benissimo, ci sono stati dei fatti che non mi sono piaciuti, come quando è stato presentato Ribery. Mi hanno lasciato in tribuna e non mi hanno fatto andare in campo, ci sono rimasto male. Io ero il club manager e avevo il compito di scegliere i giocatori. Io sono una persona tranquilla che non vuole mettersi in evidenzia come invece fa qualcun' altro. C’è sempre stata grande disponibilità da parte mia, sono sempre stato presente in ogni allenamento. Non vedevo i motivi per cui dovevo essere degradato per passare dalla prima squadra al settore giovanile L'invito al Viola Park? Come facevo ad andarci, ho un contenzioso legale con la Fiorentina: alcuni bonus non mi sono stati dati e li pretendo, l’invito mandato era solo una scusa”.

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